La storia di "Non è la Rai"

Terza edizione (1993/94)

La terza stagione di "Non è la Rai", inaugurata il 20 settembre 1993, succede ad un'estate di intenso lavoro di casting: dopo aver visionato più di 6.000 aspiranti show girl, la banda Boncompagni-Ghergo sceglie cinquanta volti da inserire nella trasmissione pomeridiana di Italia 1. Il numero delle ragazze passa da un centinaio scarso a circa centoventi; delle passate edizioni, alcune non vengono confermate perché, a detta di Boncompagni, "troppo vecchie". Ma è una boutade. Tra le nuove leve molte sono minorenni; due di loro, Shaila Risolo e Valentina Abitini, hanno addirittura undici e dodici anni. Per placare gli animi verranno definite le mascotte del programma. 
In assenza di un presentatore fisso, la conduzione del varietà viene affidata alle ragazze. Ambra si pone subito come elemento di spicco sebbene, inizialmente, altre colleghe la sostituiscano durante alcuni momenti della trasmissione. Tra loro Lucia Ocone, Marzia Aquilani, Roberta Carrano e Tatiana Donati. Strada facendo Ambra diviene la regina indiscussa di "Non è la Rai". Insieme a lei, ma con minore intensità, si affermerà Pamela Petrarolo.
La formula del programma è sostanzialmente invariata rispetto a quella conosciuta nei mesi successivi al trasferimento su Italia 1: giochi e canzoni si avvicendano in un'ora e mezza di diretta (l'orario ufficiale di quest'anno è 14,30 - 16,00). Non mancano comunque le novità.
Sabrina Impacciatore vede raddoppiato il suo spazio, affiancando all'ormai consueto angolo della posta un momento di talk show con tutte le ragazze, sulla falsariga del filone inaugurato da "Amici" di Maria De Filippi. 
Musica nuova anche nel senso più stretto: dopo un anno passato ad ascoltare "Please don't go", Boncompagni opta per la "Batuka dance", ritmo decisamente meno orecchiabile che comunque non dispensa le ragazze dallo scatenarsi per interi minuti. 
Tra le trovate più geniali della stagione, quella di far interagire Ambra, che quest'anno interpreta il ruolo della megalomane (con tanto di moniti dal sapore profano quali "Ambra c'è"), con un diavoletto creato al computer, che dalla destra del teleschermo elargisce sentenze e dispensa consigli. In realtà il diavoletto non parla: è Ambra che, interpretando i suoi gesti, trova un pretesto per sparare a zero su tutto. 
Nella seconda metà della stagione le viene data l'opportunità di intervistare nomi illustri del giornalismo italiano, Vespa, Costanzo, Ferrara, che si sottopongono, non senza timore, alle domande impertinenti della ragazza terribile della TV. Ormai consumata da sì colta esperienza, Ambra si rivolgerà ad Umberto Eco chiamandolo "collega". 
Prendono il via rubriche molto popolari presso il pubblico. Si ricordano lo spazio "Non è la Rai" CULT, nel quale sono riproposti i momenti più belli delle passate edizioni, il gioco delle secchiate, temutissimo dalle ragazze, la sfida di hula-hoop e, non ultima, la gara di playback. 
In studio intervengono poi, in qualità di ospiti, cantanti di fama internazionale, come il gruppo inglese dei Take That e la nostrana Giorgia, con la quale Pamela improvviserà un duetto dal vivo. 
La stagione 93/94 è forse l'annata in cui l'opinione pubblica si occupa maggiormente del caso "Non è la Rai". A cominciare da una voce illustre, quella di Vasco Rossi, che con il brano "Delusa" polemizza sull'uso di ragazze adolescenti in TV e punta il dito verso Boncompagni, reo di avvertire insani pruriti. La risposta non si fa attendere: con una nuova sigla, "Affatto deluse", il regista toscano respinge le accuse e gioca al rilancio facendo interpretare ad Ambra la canzone-denuncia del rocker modenese. 
Le polemiche sulla trasmissione non si placano: l'immagine delle ragazze riconduce ad un modello femminile immorale, effimero e dalle scarse vedute introspettive. Tant'è che l'8 marzo 1994 un movimento femminista scende in piazza a Roma per manifestare il proprio dissenso nei confronti di Pamela, Ilaria e le altre. In replica le giovani starlette si presenteranno davanti alle telecamere vestite con abiti nuziali, a testimonianza della loro natura di donne. 
È comunque Ambra l'oggetto di tutte le attenzioni. Su di lei nasce un caso, il "caso Ambra" appunto. Chi è, come vive, perché piace (o non piace). Sulla "piccola italiana", così si definisce lei, vengono versati fiumi di inchiostro e mandate in stampa perfino delle monografie (tra tutte "Ambra" di Marco Giusti).
La notorietà della ragazza esplode in primavera quando, in pieno clima elettorale, asserisce che il Padreterno stia con Berlusconi e il diavolo con Occhetto. Apriti cielo. Ambra è accusata di plagiare le menti dei telespettatori, modellando le coscienze politiche dei suoi giovani fan in favore dei partiti di destra. 
Contestazioni a parte, il 1994 è l'anno di Ambra. In maggio si porta a casa il Telegatto come rivelazione TV e a giugno "Blob" le dedica un cortometraggio animato, dove figura a fianco dell'amato diavoletto e dell'allora sindaco capitolino Francesco Rutelli. 
L'ultimo mese prima della fine dell'edizione, datata 24 giugno, viene introdotta una nuova sigla, "Che programma", il cui testo è composto sulle note di una celebre aria de "Il barbiere di Siviglia" di Rossini. 
Il terzo anno di "Non è la Rai" è il primo senza speciali extra pomeridiani. In compenso si intensificano le iniziative di merchandising: Pamela e Francesca Pettinelli pubblicano i loro primi album da soliste; a due nuove compilation ("Non è la Rai Strenna" e "Non è la Rai Estate") si aggiungono altrettante videocassette karaoke. Un album di figurine con le immagini delle ragazze più amate d'Italia, il primo ufficiale, fa registrare il tutto esaurito nelle edicole. Inoltre, in tempi non ancora sospetti, dodici delle fanciulle posano per un (vestitissimo) calendario. 
Un'ultima nota di carattere tecnico. Dal mese di marzo, in seguito a precise normative che regolamentano la diffusione di pubblicità attraverso il piccolo schermo, i momenti di gioco legati agli sponsor, così caratteristici a "Non è la Rai", sono sostituiti dalle meno divertenti televendite.  

M. V.